Italia Solare: “Inaccettabile la proposta di emendamento alla direttiva rinnovabili sugli impianti agrovoltaici”

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Italia Solare ha espresso parere negativo in merito alla proposta di emendamento alla direttiva rinnovabili RED2 discussa in conferenza unificata Stato-Regioni, soprattutto per quanto riguarda l’agrovoltaico. All’articolo 20, comma 5, potrebbe infatti essere inserita la dicitura “Gli impianti agrovoltaici e gli impianti solari fotovoltaici possono essere collocati a terra su aree con destinazione agricola da parte dello stesso imprenditore agricolo che abbia la disponibilità del suolo e la titolarità dell’impianto in una percentuale non superiore al 5% della superficie agricola utilizzata”.

Secondo l’associazione, l’approvazione dell’emendamento non permetterebbe di valorizzare appieno le potenzialità degli impianti agrovoltaici. Il limite del 5% risulta infatti troppo basso per dare un contributo alla sinergia tra l’attività agricola ed energetica.

«La proposta di emendamento non permette la diffusione del solare e degli impianti a terra necessari e non consente una diffusione opportuna dell’agrovoltaico», commenta Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. «La misura si tradurrebbe in un danno per gli agricoltori che non potranno di fatto beneficiare dei ricavi derivanti dagli investimenti nel fotovoltaico poiché risulterà molto difficile che tali investimenti vengano fatti dalle stesse aziende agricole il cui core business ed esperienza è sulle attività agricole e non sul solare».

Michela Demofonti, coordinatrice del gruppo di lavoro Agrovoltaico di Italia Solare, ha aggiunto: «La chiave per il successo dei progetti agrovoltaici sta proprio nel mettere a fattore comune le conoscenze e le esperienze di entrambi i settori, quello agricolo e quello energetico. Sulla proprietà e gestione del progetto penso si debbano lasciare aperte diverse opzioni. Sono le parti che troveranno l’accordo che meglio si inserisce nel contesto peculiare. Ci potranno essere progetti in cui sarà l’azienda agricola ad essere proprietaria dell’impianto come altri in cui sarà l’operatore energetico».

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