Coldiretti Veneto dice no al maxi impianto FV di Loreo (RO)

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Coldiretti Veneto ha reagito con disappunto al parere positivo, pur con qualche prescrizione, espresso dalla Conferenza dei Servizi in relazione all’impianto fotovoltaico a terra che dovrebbe essere realizzato nel comune di Loreo, in provincia di Rovigo. L’impianto consumerebbe oltre 50 ettari di coltivazioni a ridosso di una delle aree di maggior pregio del Veneto nei pressi del Parco del Delta del Po. Ora si attende il provvedimento definitivo della Regione Veneto.

«Attendiamo il provvedimento definitivo, ma certamente non staremo con le mani in mano senza escludere ogni tipo di iniziativa», ha dichiarato dichiara Carlo Salvan, presidente Coldiretti Rovigo. «Lo dobbiamo al territorio e ai nostri soci che insieme a noi si oppongono a interventi come questi che sottraggono di fatto il loro lavoro, checché ne dicano gli esperti».

Negli uffici della Regione Veneto sono depositati altri progetti di installazioni fotovoltaiche che interessano tutto il territorio regionale e che, se approvati, coinvolgeranno altri 200 ettari da sommare ai 671 già coperti da parchi solari a terra.

Secondo Coldiretti Veneto, “sono sempre di più gli enti e le società finanziarie non agricole con dietro soggetti anche stranieri che investono su questa fonte rinnovabile adducendo interessi green e camuffando le operazioni come promozione di una cultura agro energetica a scapito delle imprese agricole che, con il terreno, operano per scopi naturali, per progetti di sviluppo ecosostenibili autentici legati alla qualità delle produzioni e degli allevamenti, annientando la biodiversità decantata a parole.

Il tutto mentre aumenta la schiera di nuove generazioni di agricoltori che cercano proprio la disponibilità di terra per realizzare il proprio futuro e si vedono sottrarre questa opportunità”.

Coldiretti Veneto chiede quindi alla Regione di respingere questi interventi adducendo una serie di motivazioni, elencate in un documento di 26 pagine.

«La nostra posizione è chiara: no al fotovoltaico a terra, sì allo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili utilizzando tetti e aree dismesse non agricole, sì ai micro impianti fatti dagli agricoltori come attività connessa a quella agricola, in funzione dell’autoconsumo aziendale», ha aggiunto Salvan.

«Non può esserci in questo senso alcuna concessione allo spreco di suolo agricolo che proprio al Veneto è costato già 230mila ettari in termini di superficie coltivabile. Non dimentichiamo a questo proposito che tutto ciò avviene mentre in Consiglio regionale è avviata la discussione della proposta di legge numero 41 che individua le aree dismesse e non agricole idonee all’installazione limitata di pannelli solari».

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