Il consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che propone modifiche e integrazioni al Testo Unico FER. Quest’ultimo è entrato in vigore lo scorso 31 dicembre. Lo scopo è quello di accelerare la diffusione di impianti da fonti rinnovabili ma anche di accumuli e di infrastrutture connesse.
Il lavoro correttivo tiene in considerazione osservazioni e proposte pervenute nell’ambito di un’apposita consultazione scritta, affrontando le criticità riscontrate dalle principali associazioni di settore.
Tra le modifiche proposte c’è la cancellazione di ostacoli procedurali per l’integrazione di sistemi di accumulo e interventi che non richiedano nuovo consumo di suolo. Il testo inoltre estende il regime di attività libera, che non richiede quindi permessi o autorizzazioni specifiche, per interventi a impatto ambientale e paesaggistico zero o comunque minimale.
Il testo approvato semplifica ulteriormente a livello amministrativo gli interventi di rinnovo di impianti esistenti e il loro repowering.
Infine si prevedono appositi meccanismi per la risoluzione delle controversie relative alle procedure amministrative. Lo scopo è quello di favorire soluzioni conciliative ed evitare ricorsi e opposizioni. Così facendo si potrebbero evitare ritardi nella realizzazione dei progetti da fonti rinnovabili. Da ultimo è potenziato lo Sportello Unico Digitale per le FER.
Il testo di modifica è stato proposto dal ministro per Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, il ministro per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
«Questo correttivo rappresenta un passaggio fondamentale per dare ancora più sprint alle rinnovabili, rimuovendo gli ostacoli che finora ne hanno condizionato lo sviluppo», spiega il ministro Gilberto Pichetto Fratin. «È un intervento, frutto del lavoro congiunto con i colleghi Casellati e Zangrillo, che presta ascolto al settore e consolida il nostro percorso per centrare gli obiettivi ambientali ed energetici».
Lo schema di decreto legislativo approvato arriverà ora alla Conferenza unificata per l’acquisizione dell’intesa. Poi affronterà l’esame del consiglio di Stato e delle commissioni Parlamentari competenti.