L’impegno verso lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in Spagna non è solo responsabilità del governo ma dell’intera Europa e, più ampiamente, di tutto il mondo. Lo ha sostenuto il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez lo scorso 7 maggio durante un discorso al parlamento.
In quella occasione, inoltre, Sánchez è tornato nuovamente a parlare anche del blackout che ha interessato la penisola iberica il 28 aprile. Secondo il primo ministro, non esiste attualmente alcuna prova empirica che attribuisca la responsabilità del blackout a un eccesso di produzione da fonti rinnovabili. «Vale la pena evidenziare che lo scorso lunedì 28 aprile il nostro sistema elettrico funzionava con livelli di energia da fonti rinnovabili inferiori a quelli registrati nei giorni precedenti», ha spiegato Sanchez.
Il primo ministro della Spagna ha poi aggiunto che l’elettronica di potenza consente alle energie rinnovabili «di svolgere lo stesso ruolo di generazione di inerzia e mantenimento della tensione delle altre energie sincrone, ovvero quelle che producono elettricità tramite la rotazione delle turbine. Il 50% degli impianti fotovoltaici del nostro Paese incorpora già questa tecnologia e potranno contribuire alla stabilità del sistema non appena saranno autorizzati da Red Eléctrica».
Il leader del governo spagnolo ha sottolineato anche che le energie rinnovabili aumentano la sovranità nazionale ed europea. Inoltre sono più competitive e hanno permesso di ridurre i prezzi dell’elettricità nella penisola iberica negli ultimi anni, oltre a rispondere al cambiamento climatico.
La Spagna, secondo Sanchez, non cambierà la sua strategia e continuerà a investire e a promuovere investimenti nelle infrastrutture che consentono e migliorano la transizione verso l’energia verde. «Non ci discosteremo di un solo millimetro dalla road map energetica che abbiamo pianificato a partire dal 2018», ha concluso il primo ministro spagnolo. Secondo Sanchez, infine, il futuro energetico del Paese è rappresentato da idroelettrico, solare ed eolico.