Produrre un modulo fotovoltaico in Europa con celle solari costruite all’interno dell’Unione europea costa in media 10,3 centesimi di euro per watt in più rispetto alla produzione dello stesso modulo in Cina. È quanto emerge dal rapporto “Reshoring Solar Manufacturing to Europe”, realizzato da SolarPower Europe e dall’istituto Fraunhofer ISE. Tuttavia, secondo quest’ultimo, politiche mirate potrebbero colmare il gap e contribuire a raggiungere l’obiettivo di una produzione annuale di 30 GW all’interno dell’Unione europea entro il 2030.
Le cause del divario
Nello specifico, il divario deriva principalmente dai costi più elevati di attrezzature (+40%), edifici e poli produttivi (+110%), manodopera (+280%) e materiali (+50%).
Di conseguenza gli impianti solari di taglia utility con moduli prodotti nell’Ue costano circa 60,8 centesimi di euro al watt rispetto ai 50 centesimi di euro al watt di un impianto con prodotti Made in China . Questo si traduce in un Lcoe superiore del 14,5% rispetto a un’installazione equivalente con prodotti realizzati in Cina.
Ipotesi per colmare il gap
Il rapporto afferma che il divario di costo tra l’energia solare prodotta in Europa e quella importata dalla Cina può essere ridotto a meno del 10% con il giusto mix di politiche, combinando schemi Capex e Opex, nell’ambito di programmi di sostegno basati sulla produzione e ipotizzando impianti produttivi all’interno dell’Ue con capacità di almeno 5 GW per anno.
Inoltre, in riferimento all’obiettivo di produrre internamente all’Ue almeno 30 GW all’anno entro il 2030, nel rapporto si legge che, tecnicamente parlando, si tratta di un target realistico. Tuttavia per raggiungerlo il settore solare europeo avrà bisogno di investimenti annui compresi tra 1,4 (per una catena di approvvigionamento conforme alla Nzia senza alcuna componente con sede nell’Ue) e 5,2 miliardi di euro (per il completo reshoring di una catena del valore fotovoltaica con sede nell’Ue).
Ma queste cifre sarebbero in parte recuperate, nell’ordine del 28-39%, attraverso benefici macroeconomici conseguenti agli investimenti stessi. Ad esempio, secondo lo studio ogni GW annuo di capacità produttiva interna all’Unione europea creerebbe fino a 2.700 nuovi posti di lavoro e generebbe entrate fiscali tra i 12,6 e i 66,4 milioni di euro all’anno.
Necessario agire rapidamente
In conclusione, per raggiungere l’obiettivo prefissato nell’ambito Net Zero Industry Act, è necessario che gli Stati membri agiscano rapidamente e completino il quadro politico e degli investimenti.
“Senza questi interventi”, si legge nel rapporto, “il settore manifatturiero fotovoltaico europeo avrà difficoltà a competere con i principali attori globali e rischia di perdere le sue rimanenti capacità industriali e tecnologiche”. Poiché l’ampliamento degli impianti di produzione richiede in genere da due a tre anni, rimane solo una finestra temporale ristretta per creare le condizioni necessarie affinché si possa raggiungere l’obiettivo dei 30 GW di capacità produttiva annuale interna all’Ue.
Per leggere il rapporto pubblicato da SolarPower Europe clicca qui.