Confartigianato su cessione credito d’imposta: “A rischio mezzo milione di micro e piccole imprese”

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Sabato 13 luglio è arrivato anche il no di Confartigianato alla norma del DL Crescita che prevede la possibilità per i clienti finali di cedere agli installatori il credito d’imposta del 50% per ristrutturazione e fotovoltaico e del 65% per l’Ecobonus. Secondo Confartigianato, infatti, sarebbero a rischio mezzo milione di micro e piccole imprese operanti nel settore delle costruzioni, con un impatto su circa 1,2 milioni di addetti.

L’associazione, a partire dal report semestrale sul settore delle costruzioni presentato sabato 13 luglio all’Assemblea di Anaepa Confartigianato Edilizia, spiega come, nell’ipotesi in cui gli interventi per efficienza energetica pesino per il 50% del fatturato aziendale, la norma metta fuori mercato l’impresa tipo (cinque addetti attivi nel settore delle costruzioni) dal quarto anno. Nei primi tre anni lo sconto praticato ai clienti rimane inferiore alle somme versate all’Erario (imposte su reddito, ritenute dei dipendenti, contributi, Irap e Iva) consentendone il completo recupero da parte dell’impresa, ma dal quarto anno questa condizione non si verifica più e l’impresa è costretta a rinunciare alla gran parte degli interventi incentivati. Nel quinto anno la rinuncia per incapienza è totale. Nell’arco dell’intero quinquennio, quindi, l’associazione stima una riduzione del fatturato del 37% a causa della rinuncia agli interventi incentivati.

La situazione peggiora se l’impresa è fortemente specializzata in efficienza energetica, con un peso del 75% del fatturato. Lo sconto, infatti, può essere recuperato solo nel primo biennio mentre già nel terzo anno si registra un’incapienza di versamenti all’Erario per la quasi totalità dei lavori e nell’ultimo biennio sarà necessario rinunciare alla totalità dei lavori incentivati. Quindi, nell’arco del quinquennio l’impresa perderà il 58% degli interventi beneficiati da incentivi.

“Lo spazio di mercato si potrebbe spalancare anche a settori diversi da quello dalle costruzioni, come quello delle utilities, caratterizzati da una maggiore presenza di grandi imprese pubbliche”, si legge in una nota di Confartigianato. “Nei settori di energia e utilities le medie e grandi imprese a partecipazione pubblica concentrano il 51,1% dell’occupazione del comparto. In questa prospettiva si concretizza il paradosso di norme nominalmente orientate alla crescita che, invece di sostenere le piccole imprese private delle costruzioni, che a seguito della crisi del settore hanno perso 238mila occupati in cinque anni, rischiano di generare ulteriori spazi di rendita a grandi imprese pubbliche”.

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Per altre notizie su questo argomento:

28/06/2019: Il DL crescita rivoluziona la detrazione del 50%

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