Transizione energetica nei distretti industriali: come accedere agli incentivi

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La transizione energetica è ormai un obiettivo strategico per il sistema produttivo italiano. In particolare, i distretti industriali rappresentano un terreno fertile per lo sviluppo di soluzioni avanzate in materia di efficienza energetica, fonti rinnovabili e autoconsumo collettivo. Grazie ai fondi europei, alle misure del Pnrr e agli incentivi nazionali, oggi le imprese possono contare su strumenti concreti per ridurre i costi energetici e rendere i propri impianti più sostenibili.

Perché puntare sulla transizione energetica nei distretti

I distretti industriali italiani, spesso formati da reti di PMI con una forte specializzazione territoriale, sono tra i principali consumatori di energia. Questo li rende particolarmente esposti all’aumento dei prezzi energetici, ma anche protagonisti potenziali della transizione verso un modello più sostenibile.

Investire in efficienza energetica, impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo o in comunità energetiche rinnovabili (CER) consente alle imprese di:

  • tagliare i costi delle bollette;
  • aumentare la propria competitività;
  • rispettare normative ambientali sempre più stringenti;
  • accedere a certificazioni ESG utili per finanziamenti o bandi.

Quali incentivi sono disponibili

Nel 2025 e 2026, diverse misure incentivano le iniziative di transizione energetica nei distretti produttivi. Tra le principali:

  • Pnrr Missione 2: prevede contributi a fondo perduto per impianti di produzione da FER, accumulo, colonnine di ricarica, sistemi intelligenti di gestione.

  • Contratti di sviluppo green: promossi da Invitalia, finanziano grandi progetti industriali con focus su decarbonizzazione e autoproduzione di energia.

  • Fondo per l’efficienza energetica (FEE): offre finanziamenti agevolati a imprese per interventi su impianti e strutture.

  • Bandi regionali: molti enti territoriali hanno attivato bandi per supportare le CER industriali o l’efficientamento degli impianti produttivi.

Le configurazioni più adatte ai distretti

I distretti possono adottare configurazioni CER o autoconsumo collettivo tra imprese. Questo consente di:

  • condividere energia prodotta localmente tra più stabilimenti;
  • ottimizzare l’autoproduzione;
  • valorizzare superfici disponibili (capannoni, parcheggi, aree industriali inutilizzate).

Molti progetti vengono strutturati in collaborazione con Esco, EPC contractor e consulenti energetici, che curano anche la progettazione e la richiesta degli incentivi.

Come accedere ai fondi

Per ottenere i contributi è necessario:

  1. Effettuare una diagnosi energetica per capire dove intervenire.
  2. Progettare l’intervento con il supporto di professionisti qualificati.
  3. Verificare la compatibilità con i bandi aperti (Pnrr, regionali, FER).
  4. Presentare domanda attraverso le piattaforme predisposte (es. GSE, Invitalia, portali regionali).
  5. Monitorare il progetto per rispettare i tempi di realizzazione e le condizioni di erogazione.

La transizione energetica nei distretti industriali non è solo un dovere ambientale, ma un’opportunità economica. Gli incentivi disponibili nel 2025 e 2026 possono ridurre drasticamente l’investimento iniziale, rendendo sostenibili anche progetti ambiziosi. Le imprese che sapranno cogliere per tempo queste opportunità avranno un vantaggio competitivo tangibile, in un mercato sempre più attento all’energia e alla sostenibilità.

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