Iperammortamento, Italia Solare: “Penalizzate il 90% delle aziende iscritte al registro Enea”

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Anche Italia Solare ha preso posizione dichiarandosi preoccupata per gli effetti del recente maxi emendamento del Governo all’art. 94 della Legge di Bilancio in materia di iperammortamento. Con sole due settimane di preavviso, la misura esclude la quasi totalità dei produttori di moduli fotovoltaici europei oggi iscritti nel registro Enea alla lettera a).

La richiesta di Italia Solare a Mase e Mimit

Proprio lo scorso 24 novembre, Italia Solare aveva trasmesso al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al ministero delle Imprese e del Made in Italy un documento con osservazioni e proposte operative, con l’obiettivo di valorizzare le opportunità per promuovere la tecnologia europea nella filiera fotovoltaica. L’associazione sottolineava come, pur non prevedendo l’attuale normativa europea un esplicito “Made in EU”, si è a conoscenza di un possibile cambio di orientamento della Commissione europea.

“È il momento di introdurre, senza esitazioni, il requisito Made in EU per avviare anche in Italia una filiera industriale del fotovoltaico, per realizzare un presidio tecnologico europeo e nuova occupazione qualificata”, spiegava Italia Solare. “La modifica introdotta dal Governo rappresenta un cambio repentino che penalizza il 90% delle imprese iscritte nel registro, di cui il 50% italiane”.

Ricostruire un ecosistema europeo del FV

L’associazione evidenzia che i 26 produttori europei iscritti nel registro Enea con moduli alla lettera a), di cui 13 italiani, stanno dimostrando capacità di produrre, sviluppare, migliorare i processi industriali e innovare tecnologie, contribuendo a valore, competenze e occupazione sul territorio europeo.

“Al contrario”, continua Italia Solare, “l’attuale scelta che consente l’accesso alla versione 2026 di Transizione 5.0 solo ed esclusivamente ai due produttori ad oggi iscritti nel registro Enea con moduli alla lettera c), di cui uno indicato come in liquidazione, appare incoerente con l’obiettivo di ricostruire un ecosistema europeo del fotovoltaico. Questo cambiamento normativo rischia di causare un impatto molto negativo sulle numerose aziende italiane produttrici di moduli, mettendo a rischio oltre mille occupati, tra diretti e indiretti”.

Correzione normativa immediata

Per questi motivi, Italia Solare chiede una correzione normativa immediata che consenta nuovamente l’utilizzo dei moduli iscritti alla lettera a) del registro Enea, con aliquote ridotte rispetto a quelle delle lettere b) e c), al fine di supportare in misura maggiore chi ha dimostrato di investire nella filiera a monte, garantendo un quadro normativo stabile e di lungo periodo, per creare le condizioni perché altri soggetti, anche tra gli attuali produttori di moduli, investano in linee di celle. Avrebbe anche senso prevedere condizioni volte a promuovere investimenti in linee di produzione di wafer, lingotti e, auspicabilmente, anche polisilicio, oltre ai vetri solari e ogni altro componente utile alla produzione dei moduli fotovoltaici, per una resilienza europea reale.

Con l’occasione, Italia Solare ricorda la necessità di supportare adeguatamente nei provvedimenti nazionali anche gli inverter di produzione europea, in considerazione dell’importante e storico presidio tecnologico italiano del settore.

 

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