Tinazzi (Energy Spa): “Con questo Macse si rischia di saturare il mercato con prodotti extra Ue”

by editore
editore
NewCo tedesca EnergyOnSite
Condividi:

A conclusione della prima asta del Meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico (Macse) con cui sono stati assegnati 10 GWh di capacità di accumulo, emergono dal mercato alcune perplessità sul meccanismo dell’asta stessa. Una delle più autorevoli voci critiche è quella di Davide Tinazzi, Ceo di Energy Spa, che dalle pagine di Milano Finanza ha indicato in modo esplicito alcuni limiti della misura.

NewCo tedesca EnergyOnSite

«La formulazione di questa prima gara Macse aveva criticità significative per l’industria europea e italiana» ha dichiarato Tinazzi. «Il nodo principale è stata l’assenza di criteri non basati sul prezzo per i sistemi di accumulo, a differenza dei parametri indicati per i moduli fotovoltaici nell’asta FER X. Una gara come quella del Macse rischia di saturare il mercato dei sistemi d’accumulo di grande taglia con prodotti provenienti da fornitori che non rispettano gli stessi standard produttivi, etici, ambientali e di sicurezza a cui sono soggette le imprese Ue. Questo non solo penalizza la filiera europea, ma è un’opportunità mancata per costruire e proteggere filiere Ue nel breve-medio termine».

Lo scorso primo ottobre Terna aveva diffuso un comunicato sugli esiti dell’asta del Macse spiegando con espressioni di apprezzamento quello che da loro era considerato “un rilevante interesse da parte del mercato, con una offerta pari a oltre quattro volte la domanda ed un prezzo medio ponderato di assegnazione pari a 12.959 euro al MWh all’anno (14.566 euro al MWh anno per il Centro Sud, 12.146 euro al MWh anno per Sud e Calabria, 15.846 euro al MWh anno per la Sicilia e 15.029 euro al MWh anno per la Sardegna), molto al di sotto del premio di riserva (37.000 euro al MWh anno)”.

newsletter

 

Condividi: