Le CER industriali provano a farsi spazio

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CER industriali
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Da anni si parla di comunità energetiche rinnovabili in Italia per l’importanza che queste configurazioni rivestono in termini di benefici economici, ambientali e sociali. E da anni si parla del ruolo che il tessuto industriale italiano può rivestire nella loro accelerazione. Apporto che, ad oggi, ancora non è arrivato. Forme di incentivazione alternative a quelle previste per le comunità energetiche o semplicemente mancanza di interesse nel partecipare a forme di condivisione dell’energia hanno fatto sì che aziende e PMI puntassero al fotovoltaico senza considerare di mettere il proprio impianto a servizio delle CER. Come proporre a un imprenditore di investire nel solare e partecipare attivamente a una comunità energetica? Quali azioni mettere in campo per essere persuasivi? Quali modelli vincenti stanno nascendo in Italia per favorire lo sviluppo di questo innovativo modello di business?

Uno sguardo ai numeri

Al 31 agosto 2025, secondo quanto emerge dai dati del GSE, in Italia si contavano complessivamente poco più di 2mila configurazioni tra comunità energetiche e autoconsumo collettivo. Di queste, 1.248 fanno proprio riferimento alle CER, per una potenza di 125,5 MW, la quasi totalità da attribuire a impianti fotovoltaici. Numeri sicuramente in crescita ma che confermano come, ad oggi, le comunità energetiche industriali abbiano faticato a farsi spazio. Se si analizza infatti la classe di potenza degli impianti fotovoltaici attivi o in fase di finalizzazione, più della metà delle configurazioni riguardano CER con impianti fino ai 20 kW, mentre 456 configurazioni hanno installazioni di potenza compresa tra 20 kW e 1 MW.

CER industriali: la spinta dal Pnrr

Come dicevamo all’inizio di questo articolo, il vento potrebbe cambiare e questo grazie soprattutto agli ultimi chiarimenti normativi. A fine luglio il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha infatti aggiornato le regole operative per i contributi in conto capitale destinati agli impianti a fonti rinnovabili inseriti nelle comunità energetiche o nei gruppi di autoconsumo collettivo. Ora anche i comuni fino a 50.000 abitanti possono accedere ai contributi a fondo perduto del 40%. Ci sarà tempo fino a fine novembre per la presentazione delle domande, salvo esaurimento anticipato delle risorse disponibili che, ricordiamo, ammontano a 2,2 miliardi di euro. L’estensione del periodo utile per presentare domanda e l’ampliamento della platea dei comuni, da quelli con 5mila abitanti a quelli fino a un massimo di 50mila abitanti, hanno registrato un’impennata delle domande, che arrivano soprattutto dal mondo industriale.

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