Storage FV: entro il 2025 il valore del mercato in Italia a 150 milioni di euro

by editore

Si è tenuta oggi, mercoledì 16 novembre, la presentazione della prima edizione dell’Energy Storage Report, lo studio dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano che fa il punto sui sistemi di accumulo a livello globale. Dallo studio emerge come nel mondo ci siano 170 GW di installazioni a livello globale, di cui 60 GW in Asia, 45 GW in Europa e 21 GW negli Usa. Anche l’Italia è nella top 10, con 7 GW di sistemi installati. Dei 170 GW bisogna però considerare che il 95% fa riferimento a sistemi di tipo meccanico, come ad esempio gli impianti di pompaggio idroelettrico, mentre solo il restante 5% fa riferimento allo storage elettrochimico, su cui lo studio ha focalizzato l’attenzione. Secondo il report, si assisterà a una crescita significativa di installazioni di batterie per il residenziale, che in Italia nell’ultimo anno hanno raggiunto un valore compreso tra 2.000 e 3.000 unità, ma anche di sistemi per il controllo della stabilizzazione della rete. Proprio per questo motivo il report distingue due tipologie di impiego: quello denominato “servizi di rete”, dove i sistemi di accumulo sono utilizzati per garantire il corretto funzionamento della rete, e quello denominato “riserva di energia”, che fa riferimento ai sistemi di storage utilizzati dai produttori di energia al servizio di impianti non programmabili. E che quindi fa riferimento ai prosumer. Proprio per questa categoria, lo studio stima, entro il 2025, un mercato in Italia da 150 milioni di euro, di cui il 50% relativo all’installazione di sistemi per impianti nuovi (con 25.000 realizzazioni) e il restante per interventi retrofit. “Il valore è interessante”, è quanto emerge dal report, “anche se complessivamente si raggiunge solo tra il 15 e il 20% della base installata al 2025 di impianti residenziali di produzione di energia localizzati (fotovoltaici) e non si prevede alcuna penetrazione del mercato non residenziale”. Si è parlato infine di redditività dell’investimento. Nel caso delle batterie più piccole (2 kWh), con l’attuale struttura di costi (5.000 – 5.500 euro per il retrofit e 3.500 – 4.000 per gli impianti ex novo) lo studio fa emergere come la redditività dell’investimento sia sempre al di sotto del limite della soglia di accettabilità. Per arrivare alla soglia del 4% sarebbe necessario raggiungere livelli di costo inferiori ai 3.000 euro/ kWh, ossia circa il 33% in meno nel caso di impianti ex novo e oltre il 40% nel caso di interventi di retrofit. La situazione per gli impianti da 4 kWh è decisamente migliore per quanto riguarda la redditività dell’investimento, che in quasi tutti i casi è almeno pari o superiore alla soglia del 4%.

(s3)

condividi:
Share

Articoli Correlati