Avanti con il Green Deal europeo: solo auto elettriche dal 2035 e fondi per rinnovabili e FV

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Ieri, mercoledì 14 luglio, la Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’obiettivo su cui si sono impegnati tutti i 27 Stati membri è quello di fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, realizzando così gli obiettivi del Green Deal lanciato due anni fa.

Tra le azioni previste per raggiungere questo obiettivo un ruolo di primo piano spetta alle rinnovabili e alla mobilità elettrica.

La direttiva sulle energie rinnovabili punterà a produrre il 40% della nostra energia da fonti rinnovabili entro il 2030.

Verrà istituito un nuovo fondo, il Climate Social Fund, che metterà a disposizione risorse con cui finanziare interventi di efficienza e risparmio energetico e mobilità sostenibile. Questo fondo dovrebbe avere una consistenza di 72 miliardi di euro e sosterrà l’efficientamento degli edifici anche tramite le energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico.

Verranno inoltre adottate nuove forme di tassazione dell’energia in modo da premiare quelle più pulite, favorendo in particolare l’utilizzo di energia elettrica al posto di altri carburanti.

Ma è sul fronte della mobilità elettrica che è arrivata la decisione più drastica: secondo quanto stabilito dalla Commissione europea dal 2035 non sarà più possibile immatricolare auto a benzina o diesel. A tal fine verranno fissati ambiziosi obiettivi per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica in tutti i Paesi membri.

L’incremento del risparmio e dell’efficienza energetica verrà perseguito anche attraverso politiche finalizzate a favorire la ristrutturazione degli edifici: in particolare si punta a raddoppiare gli interventi di ristrutturazione accompagnandoli anche con politiche in grado di affrontare il tema della povertà energetica. Il settore pubblico sarà tenuto a ristrutturare il 3 % dei suoi edifici ogni anno in modo da incentivare la cosiddetta “ondata” di ristrutturazioni, creare posti di lavoro e ridurre il consumo di energia

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