Elettricità Futura sulla Direttiva Rinnovabili: “Un passo importante per la transizione energetica del Paese”

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«Il Decreto legislativo di recepimento della Direttiva RED II approvato dal Governo, è un passo importante e necessario per la transizione energetica che l’Italia attendeva da tempo». Con queste parole, Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, ha commentato la pubblicazione della Direttiva Rinnovabili RED II in Gazzetta Ufficiale.

Elettricità Futura

Secondo l’associazione, infatti, dal testo emerge l’intenzione del governo di proseguire lo snellimento della burocrazia avviato dal DL Semplificazioni con l’obiettivo di recuperare il forte ritardo accumulato nel percorso di decarbonizzazione e consentire l’installazione di 70 nuovi GW di impianti rinnovabili. «Si tratta di un’opportunità che porterà al nostro Paese 90.000 nuovi posti di lavoro e 100 miliardi di investimenti privati nel solo settore elettrico», continua Re Rebaudengo.

Proprio nelle scorse settimane, Elettricità Futura aveva condiviso in audizione al Senato e alla Camera diverse misure per semplificare e accelerare la transizione energetica. Tra queste si segnalano la differenziazione dei contingenti di potenza delle aste del GSE per zone geografiche; l’accesso alle aste del GSE anche per gli impianti fotovoltaici su aree agricole non utilizzate, individuate dalle Regioni come aree idonee; la previsione di criteri di massima semplificazione delle procedure amministrative per la partecipazione agli schemi di sostegno;​ la possibilità di introdurre misure per integrare i ricavi di impianti rinnovabili con costi di approvvigionamento del combustibile.

«Siamo soddisfatti che le nostre proposte abbiano trovato ampia corrispondenza nel Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale», conclude Re Rebaudengo. «Ora è necessario passare al più presto alla parte attuativa, come indicato da Elettricità Futura nel recente appello al Governo, alle Regioni e alle Soprintendenze affinché si creino le condizioni per il raggiungimento del target Green Deal che non è un Burden ma un’Opportunity Sharing».

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