All’interno del numero di luglio/agosto di SolareB2B, la redazione ha realizzato un inserto speciale dedicato al mercato dello storage.
Secondo il rapporto mensile sul sistema elettrico di Terna, da gennaio ad aprile 2025 sono stati connessi in Italia 520 MW di nuovi sistemi di storage. Il dato è in flessione rispetto a quanto fatto nello stesso periodo dello scorso anno. Ma, anche se rallentato, il trend di crescita continua e si consolida. In termini di cumulato, al 30 aprile in Italia si contavano circa 788.000 sistemi di accumulo per una potenza di 6,1 GW. La classe di potenza più importante in termini di connessioni, con una quota del 44% sul totale, è quella compresa tra 6 e 20 kW. Ovvero quella riferita a impianti residenziali e commerciali/industriali.
I numeri evidenziano l’attenzione rivolta ai sistemi di accumulo da parte di utenti privati e imprenditori che vedono in questi strumenti un alleato per la gestione flessibile dei volumi di energia elettrica prodotta nelle ore di punta. La diffusione delle batterie è incentivata da situazioni congiunturali quali l’incertezza normativa, la crescente instabilità dei costi dell’elettricità e il calo dei prezzi delle batterie. Lo storage fotovoltaico diventa quindi un elemento centrale nella strategia energetica di famiglie e imprese italiane.
Il mercato residenziale dello storage
Entrando nello specifico, il mercato residenziale continua a mostrare segnali di fatica rispetto ai numeri registrati negli anni del Superbonus quando la misura aveva spinto sia il volume, sia il valore delle installazioni, spesso sovradimensionate rispetto alle reali esigenze (oggi la richiesta verte maggiormente su sistemi da 10 kWh abbinati a inverter da 6 kW). Se non si considerano i grandi numeri registrati nell’epoca del Superbonus, l’andamento del mercato è in realtà in costante e lineare crescita. Inoltre in questo momento ci sono ancora problemi di liquidità anche a causa dei crediti incagliati. Il vero tema quindi è la necessità, per il mercato, di ricostruirsi e poi ripartire a pieno regime tra il 2026 e, per le realtà meno strutturate, il 2027. Questa situazione si affianca a una domanda, da parte del cliente finale, che viene alimentata da varie contingenze. Prima fra tutti l’instabilità dei prezzi dell’energia elettrica, cui si affianca il calo dei prezzi delle batterie.
Cresce il segmento C&I
Queste considerazioni convivono con la crescente importanza del segmento commerciale e industriale che rappresenta un terreno fertile per la diffusione di impianti di storage. La taglia media, in questo mercato, è tra gli 80 e i 100 kWh ma si tratta di un segmento molto legato a incentivi e bandi. Altro parametro che influenza la definizione di un sistema di storage in ambito C&I è il profilo dell’utenza. In questo settore infatti è difficile trovare una taglia standard perché ci sono una molteplicità di situazioni che vanno considerate nel processo di progettazione di un impianto storage. Si parla per questo di soluzioni tailor made.
Il calo dei prezzi
Un altro tema da prendere in considerazione è l’abbassamento dei costi, che ha ridotto in maniera più o meno importante il tempo di rientro dell’investimento nelle installazioni residenziali e, soprattutto, commerciali e industriali. In generale, il prezzo dello storage in entrambi i comparti è sceso negli ultimi tempi tra il 15 e il 20%. In ambito residenziale, il tempo di rientro dell’investimento non scende sotto i 4-5 anni. Spostando l’analisi sul C&I invece, il costo dello storage industriale dimezzato consente all’imprenditore di seguire il suo business plan. Se fino a poco tempo fa il tempo di rientro non scendeva sotto gli 8-9 anni, oggi siamo intorno ai 5 anni e, in alcune situazioni eccezionali, addirittura meno.
Parola d’ordine: flessibilità
In questo contesto, il minimo comun denominatore tra residenziale e C&I è la crescente necessità di rendersi più indipendenti dalla rete. E per fare questo è fondamentale che i sistemi di storage siano flessibili e con funzionalità specifiche a seconda del segmento di mercato, così da rispondere a esigenze individuali. Rilevante è anche il ruolo delle CER, con la crescente diffusione sul mercato di kit sia residenziali sia commerciali, destinati a privati o imprenditori che si fanno promotori di comunità energetiche.
Una mappa per gli installatori
Insomma, tanti sono gli aspetti da attenzionare da parte degli installatori che si devono muovere in un contesto in rapida evoluzione. E che, accanto alle nuove installazioni, riceveranno sempre più richieste di abbinamento di sistemi storage a impianti già esistenti. Una sorta di revamping/repowering a livello di accumulo che può rappresentare una vera occasione da cogliere. Bisogna evolvere e abbracciare nuove modalità di azione che consentano di intercettare la domanda se non addirittura stimolarla.
Hanno partecipato all’inchiesta Absen Energy, Aton Green Storage, Chint Power Systems, Ecoflow, Energy Spa, Enetronica Santerno, Exide, Fimer, FoxEss, GoodWe, Haier, Huawei, Hyxipower, Ingeteam, Jinko Solar, Kstar, Midea, Growatt, Power Solutions, Riello Solartech, Saj, Senec, Socomec, Sma, SolarMG, SolarEdge, Solavita, Solax, Solplanet, Sonnen, Sungrow, Tigo, Viessmann, Weco, Zonergy.
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