In Europa nel 2016 stabile la quota da FER nel mix energetico

by editore

Le emissioni di CO2 in Europa legate alla produzione di energia elettrica nel corso del 2016 sono diminuite del 4,5% rispetto al 2015. Lo scorso anno infatti sono state immesse in atmosfera 48 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto al 2015, per un totale di 1.018 milioni di tonnellate.

Il merito è da ricondurre principalmente al calo della produzione da carbone a favore del gas. Come spiega infatti il recente studio “Energy Transition in the Power Sector in Europe: State of Affairs in 2016“, redatto dagli istituti di ricerca Sandbag and Agora Energiewende, nel 2016  la produzione europea di carbone è scesa di 94 TWh e la produzione di gas è aumentata di 101 TWh, raggiungendo 598 TWh complessivi nei 28 Paesi dell’unione. E le rinnovabili? L’energia elettrica generata dalle rinnovabili (escluso l’idroelettrico) è cresciuta di 11 TWh, dei quali 4 da riferire al fotovoltaico, 4 all’eolico e 3 alle biomasse. Grazie ai 952 TWh complessivi l’apporto percentuale della generazione da FER sul totale del mix energetico si è attestato al 29,6% del totale, con un lieve rialzo rispetto al 2015, quando rappresentava il 29,2%.

Si tratta di un incremento assai modesto rispetto a quello del 2015, pari a 72 TWh, dei quali 48 riferibili all’eolico e 12 rispettivamente a solare e biomassa. Il rialzo è molto al di sotto anche della media degli ultimi cinque anni, pari a 51 TWh. Le cause, oltre che nella diminuzione dei nuovi impianti, si trovano anche nelle condizioni climatiche avverse, che nel 2016 hanno limitato in modo anomalo sia la produzione eolica sia quella solare.

E per il futuro? La crescita dell’energia rinnovabile continuerà anche nei prossimi anni, così come il progressivo abbandono delle fonti fossili. In particolare le nuove installazioni fotovoltaiche saranno favorite dal continuo calo dei prezzi.

Buone notizie infine dal fronte dei consumi: il report mostra infatti come la crescita media UE della domanda di energia elettrica sia dello 0,5% (nonostante il calo della richiesta in Germania e Italia) e spiega come l’incremento contenuto sia da attribuire all’effetto delle misure adottate a favore dell’efficienza energetica, che sarebbero in grado di compensare l’aumento della domanda.

(sb)

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