Le associazioni al Mise: “Si riveda la cessione del credito di imposta”

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GSE

Associazione Tecnici Energie Rinnovabili (Ater), Coordinamento Free e Italia Solare hanno inviato una lettera al ministero dello Sviluppo Economico, e in particolare al ministro Luigi Di Maio e al sottosegretario Davide Crippa, chiedendo loro di rivedere l’articolo relativo alla cessione del credito Irpef contenuto nel Decreto Crescita recentemente approvato.

Gli esponenti dei tre gruppi esprimono grande preoccupazione e chiedono di togliere il divieto di cessione del credito a intermediari finanziari. Qualora non fosse possibile una revisione, chiedono che il ministero intervenga per cancellare del tutto la norma.
“Se l’idea di agevolare il cliente finale è condivisibile, è altrettanto evidente che tale disposizione mette in grande difficoltà la stragrande maggioranza degli operatori del settore, siano essi installatori o grossisti/distributori”, si legge nella lettera sottoscritta dalle tre associazioni.
In particolare i responsabili dei tre gruppi spiegano: «L’articolo 10, comma 3-ter esclude la possibilità per gli operatori di rivolgersi a intermediari finanziari e questo impedisce di fatto a tutte le aziende di applicare tale possibilità in modo sistematico. Le uniche società che potranno avvalersi della cessione del credito Irpef saranno poche grandi utilities. Già oggi le imprese di installazione subiscono una ritenuta dell’8% sui prezzi degli interventi che possono beneficiare della detrazione Irpef, con un conseguente impatto negativo sui flussi di cassa. A tali condizioni le piccole imprese potranno lavorare solo in subappalto e ricavare un magro utile vedendosi costrette a ridurre al minimo possibile i costi, compresi quelli relativi alla sicurezza e alla qualità delle forniture con il risultato, nella migliore delle ipotesi, di rischiare un maggior numero di incidenti sul lavoro e fornire impianti qualitativamente più scadenti o, nella peggiore delle ipotesi, di non riuscire a coprire le spese aziendali ed essere costrette a chiudere con conseguente perdita di tessuto imprenditoriale diffuso e di numerosi posti di lavoro».
Le associazioni sottolineano come il governo, ancora una volta, stia favorendo i grandi produttori di energia e le utility, a discapito del vero tessuto produttivo del Paese, fatto di piccolissime, piccole e medie imprese. Inoltre ricordano come una norma così importante sia stata decisa senza sentire il parere dei diretti interessati.
Il settore chiede invece interventi che favoriscano il mercato delle rinnovabili con la nascita delle comunità energetiche aprendo la possibilità di autoconsumare energia su più POD; agevolare le attività di repowering attraverso la semplificazione degli iter burocratici oltre a facilitare l’installazione di sistemi di accumulo domestici, commerciali e industriali.

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